Francesco Porzio si è laureato alla John Cabot University nel 2017 in Scienze della comunicazione. Oggi vive e lavora in Germania, dove lavora come giornalista sportivo presso OneFootball.
Francesco, come sei arrivato alla JCU?
Dopo aver fatto il quarto anno in America sono tornato in Italia e non ho trovato quello che avevo lasciato. O meglio, ero cambiato io. Non avevo più le certezze che mi avevano portato a scegliere un percorso molto preciso e delineato, quello di musicista. Così ho cercato un’università che potesse darmi la possibilità di trovare nuove motivazioni e un percorso differente. Volevo entrare nel mondo della comunicazione sportiva. Tramite un’amica di famiglia che aveva frequentato la John Cabot University anni prima, mi sono informato e ho trovato subito le risposte che cercavo. In più, mi sono subito innamorato della città di Roma al primo Open Day. Così ho lasciato Milano per andare a studiare a Roma, una cosa molto particolare visto che quasi tutti fanno il percorso inverso.
Descrivici una tua giornata tipo come giornalista sportivo alla One Football
Il bello del mio lavoro è che non esistono giornate tipo. Certo, ho degli orari da rispettare e delle scadenze come tutti. Ma siccome è anche la mia passione, oltre che un lavoro, è difficile definire una giornata tipo. Anche perché facendo dei turni di lavoro molto variegati per garantire una copertura per l’app, lavoro spesso la mattina presto oppure la sera fino a mezzanotte. E spesso anche il weekend. Insomma, c’è anche sacrificio perché sono stato costretto a rinunciare a tante cose della mia vita “precedente”. Il mio lavoro consiste nel controllare e scrivere tutto quello che passa nella parte italiana dell’app. Un lavoro particolare, perché diverso da quello classico di giornalista. Passo le giornate a cercare notizie e sui social media, in particolare su Twitter, fonte fondamentale per avere pieno controllo di tutto quello che accade e si dice nel mondo. I miei amici della JCU si ricordano che passavo spesso ore intere al telefono per essere sempre connesso con quello che accadeva nel mondo del calcio e non solo. Oggi questo è, anche, il mio lavoro. Inoltre ho da poco iniziato un mio podcast in inglese con Fabrizio Romano, dove settimanalmente commentiamo e aggiorniamo sulle notizie più importanti di calciomercato internazionale.
Come ti ha aiutato la JCU a raggiungere i tuoi traguardi professionali?Sicuramente per l’inglese. Parlare tutti i giorni la lingua con amici e professori ti porta a fare uno step successivo. L’inglese entra nella tua quotidianità e questo è alla base del mondo lavorativo di oggi, specialmente per chi vuole lavorare all’estero o per l’estero come nel mio caso. Inoltre il rapporto studenti-professori si avvicina molto a quello tra manager e dipendente, una cosa che ho notato soprattutto nel momento in cui mi sono affacciato nel mondo del lavoro. Infine, ma non per importanza, la JCU è un ambiente multiculturale che ti mette di fronte delle tematiche fondamentali al mondo d’oggi e ti “insegna” a come vivere in un contesto con persone che vengono da tutto il mondo. Altra cosa fondamentale al giorno d’oggi nel mondo del lavoro.
Un’esperienza o corso qui alla JCU che ti ha permesso di acquisire competenze chiaveMi piace sempre ricordare uno dei primi corsi che ho fatto, quello di Public Speaking. Un corso che consiglio a chiunque, perché ti insegna a parlare in pubblico in maniera molto pratica e veritiera. Sono simulazioni di discorsi in pubblico, sia improvvisati che preparati. Io prima della JCU avevo una sorta di blocco a parlare davanti a tante persone e sotto pressione. Oggi invece fa parte del mio lavoro e sono convinto che una grossa fetta di questo miglioramento lo devo a questo corso e al professor Connelly nello specifico.
Se potessi darti un consiglio tornando indietro al tuo Freshman Year, quale sarebbe?Caratterialmente non amo guardare indietro e pensare a cosa avrei potuto fare di diverso e quindi non ho nessun rimpianto. Allo stesso tempo probabilmente avrei voluto approfondire il lato marketing della comunicazione, visto che oggi fa parte del mio lavoro e ho dovuto imparare lavorando. La JCU resta il capitolo più bello della mia vita che mi porterò sempre dentro. Quando ho salutato i miei amici prima di andare via da Roma ho detto che “gli amici dell’università sono quelli che ti restano per sempre”. Quattro anni dopo non posso che confermarlo. E questo grazie alla John Cabot University.
Francesco Porzio
BA in Scienze della comunicazione
Classe del 2017
Città: Milano