Cos’è stata per me la John Cabot? Un luogo dove mettere alla prova me stessa e le verità che credevo dogmatiche. Non potrò mai dimenticare quando una professoressa, nel corso di un dibattito in classe, mi disse: "Questo è il pensiero dell'autore, ma tu invece cosa pensi? Fammi sentire la tua voce." Rimasi basita. Per la prima volta ad una professoressa interessava davvero il mio punto di vista.
Mi chiamo Marta e ho 21 anni. Questo maggio mi laureerò con un BA in International Affairs ed un Minor in Economics alla John Cabot University. Alla vigilia del mio ultimo semestre mi trovo a tirare le somme degli ultimi tre anni. Provo sensazioni contrastanti: gioia per il traguardo ormai alle porte, ma al contempo una stretta al cuore al pensiero di lasciare quella che è diventata la mia seconda casa.
A differenza del rigido sistema nozionistico italiano, in cui grandi pensatori come Leopardi, Seneca, Orazio e Catullo sono ritenuti indiscutibili e intoccabili, la JCU forgia il pensiero critico. Ne deriva l'abilità di porsi costantemente domande e dubbi sulla realtà che ci circonda, per trarne un'interpretazione completamente unica e personale.
La John Cabot mi ha anche dato la possibilità di formarmi professionalmente: oltre a lavorare come Orientation Leader, ho svolto dei tirocini grazie all’aiuto del Career Services. Ho lavorato per la Cattedra UNESCO per i diritti umani e bioetica e per una ONG sulla cooperazione euro-mediterranea, e preso parte come attivista alla ONE Campaign.
Non avrei potuto desiderare di meglio per il mio percorso universitario: la JCU è un ambiente internazionale vibrante e stimolante, che mi ha formata al meglio accademicamente e professionalmente: un ottimo trampolino di lancio per il futuro.
Marta Moretti
BA in Relazioni Internazionali
Classe del 2020
Città: Roma