La paura più grande prima di iniziare l’Università era di non trovare amici con cui condividere la mia avventura lontano da casa. Al contrario, fare nuove amicizie si è rivelato davvero facile. Dall’Ecuador alla Russia, dall’Italia alla Cina, alla John Cabot ho trovato fin da subito un’atmosfera internazionale e unica. Clubs, squadre sportive e attività extrascolastiche fanno sì che tutti interagiscano tra di loro; perfino la biblioteca diventa un punto di incontro dove conoscere altri studenti. Inoltre, vivendo con altre 5 ragazze, ognuna di diversa provenienza, mi sono così trovata ad imparare balli bollywood, cucinare pane arabo, celebrare la Festa del ringraziamento e discutere di questioni internazionali a qualsiasi ora del giorno.
Quando dissi ai miei che la John Cabot offriva la possibilità di andare a studiare all’estero (attraverso il programma Direct Exchange), mio padre mi rispose: “stai già studiando all’estero!”. Intendeva dire: Roma è l’estero! Anche se i miei genitori ed amici erano inizialmente abbastanza scettici riguardo alla mia intenzione di trasferirmi a Roma, oggi mi dicono: “mandaci una fetta di Colosseo e una foto della carbonara”.
Lo stile di vita delle due città è molto diverso: a Trento si corre, a Roma si cammina. Vivendo con co-inquiline del nord e del sud Italia –oltre a quelle straniere- mi rendo conto di come questi due poli si scontrino sempre sullo stesso argomento: il ritardo. Dicono che in Italia ci sia una sola fascia oraria, ma come per l’orario, anche il clima passa dalla candida neve del nord al sole splendente del sud. Dalla città piccola alla città grande le distanze aumentano, il tempo vola e i mezzi non sono i tuoi migliori amici. Se è vero che tutte le strade portano a Roma, a Trento in 5 minuti sei in centro, a Roma la strada è molto più lunga. Vivere in una città come Roma è sempre un’esperienza nuova e, come dicono i miei amici, qui si è sempre turisti.
Insomma, lasciare il nord per il sud non è stato traumatico: se anche qualche autobus non arriva in orario, non sarà poi la fine del mondo; se a Natale non nevica e la amatriciana non sa di polenta, pazienza! Vivere in una delle città più belle al mondo e studiare in un’università internazionale è il mio sogno che si è avverato.
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