5 REGOLE PER FARE LA SCELTA GIUSTA
Scegliere l'università è come scegliere il perfetto compagno di vita. L'università giusta deve farti innamorare, amarti, interessarsi e prendersi cura di te, risollevarti nei momenti bui e incoraggiarti quando brilli per poi finalmente assicurarsi che tu sappia muoverti nel mondo del lavoro. Io credo di aver trovato l'università giusta, e questa è la mia storia.
Ci siamo conosciuti su internet all’ultimo anno di liceo scientifico. Io ho sempre adorato l'inglese, ma non credevo esistesse una possibilità in Italia che mi permettesse di coltivare questa lingua che amo in una “vera” università americana a contatto con professori e studenti da tutto il mondo.
Un giorno, scrissi nella barra di ricerca Google "università americana Italia", e tra i primi risultati c'era proprio l'università giusta: John Cabot University. Prima di abbandonarmi completamente alla facoltà di English Literature della John Cabot, però, spulciai per bene ogni contenuto del sito web dell’università. Prima di dire di sì, di iscrivermi all’università, mi sono informata a fondo su ogni aspetto per essere sicura che fosse proprio quella giusta, la mia università ideale.
Durante questa ricerca, sono riuscita a creare una serie di regole secondo cui capire se un’università è “quella giusta, ” quella che sa fare la differenza per la tua vita.
Prima regola: L’università giusta ti fa innamorare e sa come prendersi cura di te. Io mi sono innamorata della John Cabot perché è un’università dinamica e internazionale. Oltre a svariate centinaia di corsi ogni anno, conferenze con esperti internazionali, e progetti in concomitanza con il mondo del lavoro (aziende, istituzioni culturali etc…), la John Cabot offre un ricchissimo ventaglio di attività extra-curriculari: dall’atletica al calcetto, dalla pallavolo ai corsi di difesa personale e zumba, al volontariato e alle varie associazioni studentesche. I clubs permettono agli studenti di coltivare le proprie passioni in modo divertente ma utile. Insomma, non ci sono solo lezioni ed esami ma anche tanti input che permettono di arricchirsi umanamente e culturalmente insieme a ragazzi di tante nazionalità. Tutto questo mi ha fatto innamorare perdutamente della John Cabot.
Seconda regola: L'università non ti limita e ti ama. L’università giusta è quella i cui professori ti incoraggiano a seguire i tuoi sogni, anche quelli che ti sembrano più inafferrabili. La John Cabot per me ha rappresentato una serie di infinite possibilità. Al momento sto scrivendo un saggio su Walt Whitman che il professor Dews mi ha incoraggiato a mandare a delle riviste letterarie con l’obiettivo di ottenere la mia prima pubblicazione accademica ad appena 21 anni. Questa pubblicazione rappresenta il primo passo verso il sogno di una carriera nel mondo della critica letteraria. Lo scorso semestre, invece, ho creato un bellissimo rapporto con la professoressa Seggi durante il corso di Comunicazione Interculturale. Infatti, ho avuto l’opportunità di approfondire gli argomenti che più mi interessavano grazie alla guida della professoressa che rispondeva sempre e “in tempo reale” alle mie email. E’ stato davvero molto utile e interessante poter fare ricerca sul fenomeno dello shock culturale o “culture shock”, quella sensazione di incapacità di funzionare in un mondo completamente nuovo quando si passa da una cultura ad un’altra. Con il tempo e la condivisione di questa passione per la comunicazione interculturale si è creato un rapporto personale con la mia professoressa che ancora ora ci tiene ad essere aggiornata sul mio percorso universitario e continua a darmi consigli per il mio futuro con il nostro frequente scambio per email. Trovo che sia molto bello essere chiamati per nome dai propri professori e continuamente aiutati e incoraggiati ad inseguire i propri sogni e le proprie passioni.
Terza Regola: L’università giusta ti sostiene nei momenti di dubbio e debolezza. L’università giusta è quella che sa che avrai dei momenti di confusione. Ti aiuta a vedere la luce nello smog della confusione, e ti fa risollevare emotivamente. Inizialmente mi ero iscritta alla John Cabot scegliendo l’indirizzo complementare (il minor) in studi classici. Dopo le prime lezioni, mi sono accorta di voler studiare qualcosa di più moderno, e, dopo aver parlato a lungo con il Dean Lanzone riguardo la mia carriera universitaria, ho potuto cambiare immediatamente i miei corsi durante la mia prima settimana di lezioni, e ho scelto quindi Comunicazione. Questa scelta mi ha permesso di approfondire le mie conoscenze del mondo del cinema, e di frequentare un corso di scrittura creativa in Sceneggiatura. E’ stato molto utile per me poter contare su una figura pensata proprio per aiutare gli studenti che si trovano in difficoltà, quella del Assistant Dean of Academic Affairs.
Quarta Regola: L’università giusta si fida delle tue scelte e sa darti i consigli giusti al momento opportuno. John Cabot ti permette di muoverti in modo indipendente nel tuo piano di studi, ma ti affianca fin da subito un advisor, un professore che ti guida a scegliere i corsi ogni semestre in base ai tuoi bisogni, i tuoi interessi e i tuoi orari e le tue prospettive di lavoro. Questa è una caratteristica del sistema americano che è in sostanza assente dalle università italiane. Il tuo advisor non è solo un aiuto nella scelta dei corsi; è anche il capo del dipartimento in cui studi, quindi, oltre ad informarti di tutti i corsi disponibili della tua facoltà, sa quali corsi possono aiutarti nel campo specifico in cui vuoi muoverti dopo la laurea. Il mio advisor, il professore Dews, non solo mi consiglia di seguire i corsi che più si adattano al mio interesse di continuare gli studi dopo la laurea di primo livello, ma si informa quotidianamente sulle varie possibilità post-universitarie che potrebbero essere adatte nello specifico per me. Il professore Dews dedica del suo tempo per trovare programmi, corsi online, e altre opportunità che possano aiutarmi a creare un futuro che mi soddisfi. Al momento, grazie ai suoi consigli, oltre al corso su Whitman e Ginsberg alla John Cabot, sto frequentando un corso online dell’università dell’ Iowa su Walt Whitman e la sua famosa poesia “Song of Myself”. I tuoi advisors, dunque, ti danno una serie di opportunità tra cui tu hai la libertà di scegliere in modo indipendente e costruttivo ciò che trovi sia più giusto per te.
Quinta Regola: L’università giusta si assicura che tu sia preparato ad affrontare il mondo del lavoro. Non solo la JCU mi sta dando la possibilità di fare esperienza lavorativa tramite il programma di studio-lavoro (work-study), ma mi propone ogni semestre anche oltre 150 stage in aziende, organizzazioni internazionali, giornali, musei, istituti di cultura e società di comunicazione. L’università giusta deve prenderti per mano e darti le indicazioni stradali verso una carriera che ti rende felice proprio come il compagno di vita giusto ti porta fuori da te. Ti fa scoprire talenti e passioni nascoste e ti propone mille nuove opportunità.
Queste sono le mie cinque regole per capire se un’università si merita di occupare un ruolo così importante nella tua vita. Sicuramente le userò anche in futuro per continuare gli studi dopo questa bellissima esperienza della John Cabot. E voi? Avete trovato l’università giusta?
A University is Like a Life Partner
Choosing a university is like choosing the perfect life partner. The right university has to make you fall in love with it, capture your interest, and take care of you. It has to help you through dark moments and encourage you when you are happy, and ultimately, it has to assist you through your transition into the working world. I believe that I found the right university, and this is my story.
We met on the internet during my last year of high school. I had always loved the English language, but I hadn't believed that there existed a possibility in Italy that would give me the opportunity to master this language that I love, in a real American university with professors and students from all over the world.
One day, I Googled “American University in Italy” and among the first results I found exactly what I was looking for: John Cabot University. Before dropping everything and applying to JCU as an English Literature major, I combed through the entire university website. Before saying yes, I will commit to this University, I familiarized myself with every aspect of the University to be completely sure that this was the right choice: my ideal university.
During my research, I successfully created a series of rules to consider when deciding if this university was "the right one," the one that would make the difference in your life.
First rule: The right university should make you fall in love with it and should know how to take care of you. I fell in love with John Cabot because it is a dynamic and international university. In addition to offering several hundred courses each year, hosting conferences with international experts, and providing internship opportunities (in companies, cultural institutions, etc), JCU offers a wide variety of extra-curricular activities: from athletics like soccer and volleyball to self-defense and Zumba classes, from volunteer opportunities to various student clubs and organizations. The clubs allow students to discover their passions in a fun but useful way. I fell in love with John Cabot because it's more than just classes and exams; its many other elements that allow students to enrich their experience socially and culturally with students from many other nationalities. All of these reasons made me fall hopelessly in love with John Cabot.
Second rule: The university will not limit you and will love you. The right university is the one with professors who encourage you to follow your dreams, even those dreams that seem impossible. John Cabot, for me, represented infinite possibilities. I'm currently writing an essay about Walt Whitman that Professor Dews encouraged me to send to several literary magazines with the objective of having my work published for the first time at only 21 years old. This publication represents the first major step toward my dream of having a career in the world of literary criticism. Last semester, I developed a wonderful relationship with Professor Seggi in my Intercultural Communications class. Thanks to this professor who always responded to my emails "in real time," I learned to develop my arguments in a more interesting way. It was incredibly useful and interesting to research the phenomenon of “culture shock,” the feeling of inability to function in a new place when you move from one culture to another. With the time and passion that my professor shared with me in intercultural communication, I was able to develop a personal relationship with my professor who remains interested in my academic career and continues to advise me about my future through our frequent email exchanges. I've found it really nice that my professors not only know my name, but that they continually help and encourage me to follow my passions and dreams.
Third rule: The right university has to be there for you through good moments and the bad. The right university knows that its students will have moments of confusion. It must help you to see the light through the smoke of this confusion, and help you to rediscover your motivation. Initially when I applied to John Cabot I chose a minor in Classical Studies. After my first few classes, I felt that I wanted to study something more modern. I met with Dean Lanzone to discuss my university career, I was able to immediately change my classes during the first week of classes and choose Communications. This choice has allowed me to deepen my knowledge in the world of cinema, and take a Creative Writing course in screenplay. It was very helpful for me to be able to count on the Assistant Dean of Academic Affairs' advice during this difficult and confusing time.
Fourth rule: The right university should trust your choices and know when to give you advice in the right moments. John Cabot allows you to grow outside your field of studies, and provides you with an advisor to help guide your choices in majors, minors, and classes each semester based on your interests, available hours, and work plans. This is one characteristic of the American system that is essentially nonexistent in Italian universities. Your advisor is not only helpful when you are choosing your classes, but also is often the head of the department in which you study, and beyond having personal knowledge of the classes available, he or she knows which classes will help you achieve your goals after graduation. My advisor, Professor Dews, doesn’t only recommend courses that will suit my interests, but also informs me about the various possibilities available post-university that may be suitable specifically for me. Professor Dews dedicates his time to find programs, online courses, and other opportunities that could help me create a future that I will be happy with. Following the Whitman and Ginsberge course I took at John Cabot, thanks to his advice I am taking an online course at the University of Iowa about Walt Whitman and his famous poem “Song of Myself.” Advisors are helpful in finding opportunities while allowing you to choose independently which ones are best for you.
Fifth rule: The right university will prepare you to enter the working world. Not only does JCU allow me to gain work experience during my studies in the form of work-study, but it also provides students with over 150 internship opportunities in stores, international organizations, newspapers, museums, cultural institutions, and communications companies each semester. The right university has to take you by hand and show you how to achieve the career that will make you happy, as a lifelong companion helps you become the best version of yourself. It helps you discover your talents and your hidden passions, and provides you with millions of opportunities.
These are my five rules that I used to discover whether a university was worthy of such an important role in my life. I will surely use them in my future when I continue my studies after this wonderful experience at John Cabot. What about you? Have you found the right university?
Christine Modafferi
English Literature Major and Communications Minor
JCU Class of 2015
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