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Alumni Spotlight: Paola Panfili - John Cabot: Una Grande Famiglia

Scritto da John Cabot University | 18-nov-2015 7.06.58

Vi racconto come ho scelto John Cabot University e cosa mi ha dato questa università.
 
A 16 anni ho lasciato l’ Italia per andare a studiare nell’Ohio, negli Stati Uniti. Durante quest’anno ho imparato ad amare l’America così tanto che già il giorno stesso del mio ritorno avevo nostalgia dei luoghi, della lingua, delle persone, della cultura.  Cercai università in America ma mi accorsi che queste erano fuori dalla mia portata. Così, mi misi alla ricerca di una realtà che mi avvicinasse all'America pur restando in Italia.

Nel giro di poco temo, non ebbi dubbi:  la John Cabot sarebbe stata la mia scelta finale! A colpirmi non erano stati solo la varietà dei corsi, l'organizzazione e l'aspetto dei campus...ma quel clima caloroso e familiare che mi ricordava tanto Mentor High School dove avevo studiato.

La prima lezione che mia ha insegnato la John Cabot è stata: “non essere superba”. Vi spiego...
Essendo reduce dall'anno negli Stati Uniti credevo di avere una conoscenza perfetta dell’inglese, ma non era così! Al secondo tentativo fallito dell'esame interno di inglese, capii che avrei dovuto frequentare ENLUS II, il corso intensivo preuniversitario corrispondente al B2. Ero arrabbiata. Ma poi, passato del tempo, decisi di iniziare comunque. E ho fatto bene: Enlus è stato il mio doppio miracolo: non è stato solo il posto in cui ho perfezionato l'inglese, potendolo poi utilizzare con professionalità e successo, ma è anche dove ho incontrato i grandi amici per la vita grazie ai quali ho avuto la forza di affrontare ogni difficoltà e con i quali ho potuto condividere ogni gioia.

La seconda lezione che ho imparato a John Cabot è che il multi-tasking è il jolly del XXI secolo. Questo l'ho capito lavorando 20 ore a settimana pur avendo frequenza obbligatoria tutti i giorni dal lunedì al giovedì. Ho lavorato sia all’interno dell’Università sia, grazie al Career Services Center, all’Ambasciata americana a Roma. Questo mi ha permesso di avere più punti vincenti nel curriculum, più esperienza, più duttilità e capacità organizzative per riuscire a fare tutto quanto in tempo e con efficienza.

I miei anni universitari alla John Cabot sono stati belli e felici. Le classi piccole e i professori sempre disponibili mi hanno dato la possibilità di trarre il massimo vantaggio da ogni classe, aiutandomi a sviluppare un forte senso critico grazie alle continue conversazioni promosse dai professori in classe riguardanti i grandi temi di attualità che spesso prendevano forma da concetti base di economia, legge, politica ecc...  Questo è il sistema di istruzione americano, e per me è stato davvero vincente.

Oggi lavoro come Project Manager presso AMFI – Agenzia Mobilità e Formazione Internazionale , ruolo per il quale è fondamentale una conoscenza dell'Europa e dei suoi organi, conoscenze che ho acquisito studiando Affari internazionali alla John Cabot.

A più di un anno dalla laurea sento che John Cabot mi appartiene e che è sempre con me ovunque io vada. A volte mi capita di pensare che cosa cambierei della mia vita in un preciso istante...cosa è che non rifarei assolutamente...mi capita di avere dubbi su ogni cosa ma non su John Cabot! Ho scelto e risceglierei John Cabot perchè è come una grande famiglia dove non sei un numero ma una persona con delle sue unicità, non sei lasciato in balia dei tuoi problemi ma sei accompagnato nel tuo percorso, dove nessuno gode delle tue sconfitte ma gioisce insieme a te per ogni trionfo perchè è visto come valore aggiunto per tutta la comunità universitaria!

JOHN CABOT UNIVERSITY : A FAMILY COMMUNITY

Let me tell you how I chose John Cabot University and what I gained from it one year after graduating.

At 16 I left Italy to study abroad in the US for a year. During this time I learned to love the States to the point that on the very day I returned home to Italy I started planning to go back. I looked for colleges in the US where I could study International Affairs, but I quickly understood that they were too expensive, so I started to look for an American college in Italy.

It didn’t take me long before I found John Cabot and understood that it was the place for me. What struck me about it was the range of academic offerings, the campus and the warm and family-like atmosphere that reminded me of Mentor High School, where I had studied in Ohio.

The first lesson I learned at JCU: Don’t be overly confident. Let me explain… After having spent a year in the US I thought my English was perfect. Well, I was wrong. I took John Cabot’s English language test twice and discovered my English was not good enough, and that I would have to take ENLUS II, the intensive English language course. I was angry. But after some time I decided to give it a try. And that was a smart move that turned out to be: ENLUS became a double asset: it gave me the possibility to improve my English, which I later used successfully in professional situations, but it also became the place where I made some of my best friends, the ones with whom I share the challenges and joys of my life.

The second lesson I learned at JCU: multi-tasking is one of the most important skills in the 21st century. I was able to really understand the meaning of multi-tasking when I started working 20 hours a week while going to school full time from Monday to Thursday. I worked in different offices at JCU and as an intern at the US Embassy in Rome (the internship was made available by John Cabot’s Career Services Center). My work experience was a boost for my resume and strengthened my adaptability and my organizational skills.

My years at John Cabot were happy and wonderful. Small classes and the availability of professors helped me get the most out of each class and helped me develop my critical thinking. An economics, politics or law class was more than just a class: it was very often a springboard for discussions on current affairs, where different points of view were debated and compared. This is the American educational system, and it has been a win-win proposition for me.

Today I work as a Project Manager for AMFI, the Agenzia Mobilità e Formazione Internazionale, which requires a strong knowledge of the European Union, something I gained as an International Affairs major at JCU.

One year after graduating I feel JCU is with me wherever I go. When I think about what I would change in my life, I know there is one thing I would not change, and that is John Cabot. I remember it as a big family where you are never alone, where your uniqueness is always respected, where you are given a helping hand when you need it, where no one benefits from your drawbacks and where every personal victory is seen as a victory for the whole.